La classificazione dei diamanti: le 4C

La classificazione dei diamanti le 4C

I diamanti vengono classificati attraverso un’accurata analisi gemmologica che avviene sulla base di quattro parametri fondamentali che servono a determinare la qualità e il valore commerciale della gemma.

Questi criteri, noti anche come le 4C, riguardano caratteristiche quali peso, colore, purezza e taglioIl peso dei diamanti è espresso in carati, un’unità di misura che equivale a un quinto di grammo (1 carato=0,20 grammi) e che a sua volta è suddivisa in centesimi denominati punti. Quindi per fare un esempio, cinque carati corrispondono a un grammo e 100 piccoli diamanti da un punto pesano un carato.

La classificazione del colore di un diamante consiste nel determinare quanto la gemma si avvicini al non colore, ovvero alla massima trasparenza. La scala di valutazione cromatica più utilizzata è quella creata dall’Istituto Gemmologico Americano (GIA), che va dal Bianco Eccezionale, indicato con le lettere D, E, F, al Colorito, al quale vengono assegnate le lettere dalla M alla Z.

Oltre alle precedenti qualità,  la purezza del diamante definisce il suo grado di perfezione e indica l’assenza di imperfezioni o inclusioni (come ad esempio tracce di carbonio o di altri cristalli), che possono incidere negativamente sulla trasparenza della gemma. Quanto più sono presenti delle inclusioni, tanto più il diamante è impuro. La scala di purezza parte dal massimo grado indicato con FL (flawless), che determina l’assenza di inclusioni di qualsiasi genere rilevabili con lente a 10 ingrandimenti. Seguono IF (Internally  Flawless), nessuna inclusione interna visibile ma alcune piccolissime imperfezioni esterne nella finitura; VVS-1 e VVS-2 (Very Very Small Inclusions), inclusioni minime difficilmente rilevabili con difficoltà con lente a 10 ingrandimenti;  VS-1 e VS-2 (Very Small Inclusions), inclusioni piccole e visibili con difficoltà con lente a 10 ingrandimenti; SI1 – SI2 – SI3 (Small Inclusions), inclusioni piccole visibili facilmente con lente a 10 ingrandimenti; P1 – P2 – P3 (Piqué), ovvero evidenti e/o numerose inclusioni visibili anche occhio nudo. L’ultimo criterio di valutazione di un diamante riguarda il taglio, più quest’ultimo si avvicina alla perfezione, più la gemma avrà lucentezza. Affinché il diamante sia luminoso, ogni sua parte deve infatti avere precise angolazioni per consentire il riflesso della luce all’interno della pietra.

La tipologia di taglio più comune per i diamanti è quella a brillante composta da 57 faccette. Se avete qualche domanda o curiosità sulla classificazione e la valutazione dei diamanti, venite a trovarci in negozio, il nostro staff di esperti sarà a vostra disposizione per chiarire ogni dubbio ed esigenza.

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