Investire, un verbo che sta particolarmente a cuore alla maggior parte degli italiani, un popolo che fa del risparmio un tratto fondante del proprio DNA. Un’attitudine che, seppur faticosamente, viene tramandata di generazione in generazione, anche se nel corso degli ultimi cinque lustri sia diventata indubbiamente più complicata, a causa della perdita del potere di acquisto accusata dai cittadini del Belpaese.
La maggior parte dei cittadini italiani investe i propri risparmi nel mondo finanziario, talvolta, però, con risultati tutt’altro che entusiasmanti. Quanto accaduto nel 2022, in tal senso, è piuttosto esemplificativo, con storni a doppia cifra che hanno colpito qualsiasi strumento finanziario, mettendo in grande difficoltà le famiglie italiane. Eppure, la via finanziaria non è l’unica percorribile per rivalutare i propri risparmi.
Investire in diamanti: perché può rivelarsi “prezioso”
Il mondo dei preziosi, in tal senso, è certamente un’alternativa interessante, e quasi sempre decisamente più remunerativa in un arco temporale di medio-lungo periodo, che può rappresentare un’opzione di diversificazione particolarmente soddisfacente. Avete mai pensato, ad esempio, di poter incamerare cifre interessanti vendendo un diamante?
Sempre più italiani optano per questa soluzione, che è in grado di assecondare qualsivoglia tipologia di necessità. Alcuni, infatti, decidono di vendere un diamante per necessità economiche, trovare quella giusta liquidità per far fronte alle spese quotidiane, piuttosto che far fronte ad imprevisti o, perché no, togliersi qualche piccolo sfizio.
Non c’è alcun dubbio, tuttavia, come la maggior parte dei soggetti che dispongono dei diamanti vada “all’incasso” quando il loro bene si è rivalutato rispetto al loro prezzo originario d’acquisto. E negli ultimi anni, tenendo ben presente che i rendimenti del passato non costituiscono alcuna certezza di quelli futuri, chi ha investito i diamanti è riuscito a realizzare degli ottimi guadagni.
La famosa frase “un diamante è per sempre” è abbastanza esemplificativa del grande valore che hanno dal punto di vista emotivo, che si riflette, poi, anche sotto il profilo economico. Il valore dei diamanti, infatti, è talvolta inestimabile, utilizzati anche come forma di investimento da parte di molte persone, un importante bene rifugio che può tramutarsi in denaro contante in qualsiasi momento.
Come comprendere l’affidabilità di un compro diamanti
Ed è proprio la fase della vendita che richiede massima attenzione, alla ricerca del miglior professionista che effettua acquisto e vendita diamanti in territorio capitolino, dove non mancano, di certo, le opportunità per trasformare in contanti il proprio bene prezioso. Quando si vende un diamante è necessario tenere a mente alcuni aspetti di fondamentale importanza, affidandosi a professionisti seri ed affidabili che siano in grado di fornire la valutazione massima del nostro bene prezioso, rispettando pedissequamente quanto previsto dalla legge.
Un compro diamanti affidabile stila, sempre, una valutazione preventiva in forma cartacea del bene oggetto di vendita, dove vengono indicati tutti i dati del diamante oggetto della transazione commerciale e il suo valore economico: richiedilo sempre, perché la legge lo prevede. Qualora non fosse prodotto il preventivo, potremmo trovarci dinanzi ad un soggetto poco professionale, che certamente non rispetta quanto disciplinato dal legislatore.
Il primo aspetto fondamentale nella valutazione di un diamante è la caratura, ossia il peso del bene prezioso che viene messo in vendita. Un carato cuba circa 0,20 grammi e non va confuso col Karato, che identifica, invece, la quantità dell’oro. I carati da 0,5 a 5 (ossia da 5 a 11 mm) e identificano il valore del bene prezioso: maggiore è la caratura, più alta sarà il suo valore.
Come comprendere quanto è elevato il valore del nostro diamante
Ovviamente, il valore economico non dipende solo dalla “numerosità” dei carati presenti, ma anche dalla purezza degli stessi. E comprendere quanto possono esseri “puri” i carati presenti, non è certamente un’impresa semplice: le imperfezioni, infatti, sono identificabili solo ed esclusivamente tramite un microscopio o una speciale lente detenuta dagli orafi. Noi “comuni mortali”, quindi, non possiamo certo stabilire la purezza del carato ad occhio nudo.
I diamanti più puri vengono marchiati con l’abbreviazione “IF”, che riguarda, solitamente, i diamanti utilizzati per i “gioielli da collezione”, contraddistinti, per quanto ovvio, da un costo certamente non basso, spesso proibitivo per la maggior parte delle persone. L’alta gioielleria, inoltre, comprende i diamanti presenti nelle categorie “VVSI1” e “VVSI2”, che includono al loro interno delle impercettibili inclusioni verso i bordi.
Un ruolo determinante nella valutazione, poi, è determinato dal colore del diamante. Il bianco stabilisce, inequivocabilmente, la preziosità di un diamante, sancendo il relativo pregio. Esiste una scala di valori, stabilita a livello internazionale, che sancisce il valore di un diamante in base al colore.
Quelli più “prestigiosi”, catalogati con le lettere D-E-F, sono quelli più spiccatamente bianchi intensi, seguiti poi dalle lettere G e H (aspetto bianco vivace, meno intenso, tuttavia, di quelli presenti nelle lettere precedenti). Altre pregiate tonalità di bianco sono quelle marchiate con le lettere I-J, che offrono un ottimo rapporto qualità/prezzo e troviamo di frequente nell’alta gioielleria.
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