Storia e curiosità dei Marchi tedeschi d’oro

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Furono le monete dell’impero tedesco, venendo coniate dal 1873 al 1918. I marchi tedeschi con denominazioni da 10 e 20 furono, per un periodo, emessi anche in monete da 5, tra il 1877 e il 1878. Si cominciò a parlare di una moneta d’oro nell’impero nel 1838, a seguito di una proposta della Sassonia. Quest’ultima, però, trovò diversi impedimenti, finendo per essere rifiutata a causa delle resistenze istituzionali.

A quel punto, si decise di ripiegare sul Tallero, ossia un nuovo conio che cominciò a circolare negli stati aderenti. Trattasi di una moneta d’argento dal peso lordo di circa diciotto grammi, di cui sedici di argento fino. A far fallire il tentativo di introdurre una moneta nazionale aurea in grado di aderire all’Unione Monetaria Latina, di cui facevano parte le nazioni confinanti con la Germania e che diedero vita al Marengo, fu la guerra Franco-Prussiana che durò dal 1870 all’anno successivo.

Alla fine, nel 1873, si riuscì ad introdurre, attraverso una legge monetaria apposita, il Marco Tedesco d’oro. Il valore venne stabilito con un rapporto di 1:3 del tallero. Un vereinstlaer equivaleva a 3 marchi. La valuta fu messa in circolazione al fine di sostituire otto divise locali. Le emissioni di monete iniziarono nel 1871, ma il marco divenne l’unico mezzo di pagamento legale sono il 1° gennaio del 1876.

 

Il marco tedesco nel corso degli anni

Per quanto riguarda il tallero, poi, esso rimase in circolazione, venendo considerato moneta corrente, fino al 1907. Di fatto, però, cominciò ad essere utilizzato come moneta frazionaria. Nel corso degli anni, infatti, il valore dell’argento diminuì esponenzialmente rispetto a quando la valuta fu creata. La valuta coniata dal 1871 al 1910, invece, venne chiamata GoldMark, ossia marco d’oro, per distinguerla da quella coniata su carta, PapierMark, a partire dal 1914.

Col tempo, poi, il 20 marchi in oro è stato anche chiamato Doppia Corona o, in tedesco, Doppelkrone o Volpe d’oro, ossia Goldfuchs. Esso presenta un peso di circa otto grammi, di cui 7.1 di oro fino. Le monete hanno un titolo d’oro di 900/1000, ossia 21.6 carati. La moneta, poi, è rossiccia per la presenza di rame al 10%. Esistono, comunque, diverse monete da 20 marchi, che differiscono per il dritto e non per il rovescio.

Questo, perché l’impero permise la coniatura in parallelo di diverse tipologie della medesima moneta. A tutti gli stati federati fu offerta la possibilità di porre il ritratto del sovrano regnante sul dritto della moneta circolante al loro interno. A questa convenzione, però, fecero eccezione le città libere di Amburgo, Brema e Lubecca che decisero di imprimere lo stemma civico. Sul rovescio, invece, si trovava l’aquila imperiale, il simbolo dell’impero tedesco, condiviso, come detto, da tutte le monete circolanti negli stati federati.

 

Le varie tipologie di marco tedesco

La sopracitata fu la prima tipologia di marco tedesco ad essere coniata in proporzione alla popolazione. Ad essa, conseguì un conio eseguito negli stati più grandi come la Prussia, Baviera e Sassonia. Il principato di Lippe, invece, fu l’unico a non coniare moneta. Una delle tipologie coniate in parallelo rispetto a quelle dei singoli stati presentava l’imperatore di Germania al posto dei vari sovrani degli stati o gli stemmi civili.

Vennero coniate due tipologie di monete da 20 marchi che raffiguravano l’imperatore Guglielmo I di Prussia, dal 1871 al 1877, mentre quelle coniate dal 1888 al 1913 raffiguravano Guglielmo II, l’ultimo imperatore della Germania e Re di Prussia. Nel tempo, poi, l’aquila imperiale subì delle variazioni. La prima, nel 1874, sostituì la M abbreviata con il nome completo della valuta “MARK”, al fine di consolidare la conoscenza della moneta.

Nel 1888, poi, lo scudo degli Hoenzollern impresso sul rovescio della moneta venne ridotto in termini di dimensioni, una modifica promossa da Guglielmo II per simboleggiare il rafforzamento dell’unità tedesca. Per quanto riguarda il disegno dell’ultima aquila, invece, esso fu opera di Otto Schultz, un incisore della zecca di Berlino che divenne famoso per avere inciso anche il rovescio del Kruggerand del Sudafrica.

 

Il marco tedesco oggi

Per quanto riguarda la valuta nei tempi moderni, il marco tedesco fu reintrodotto, ovviamente in materiali differenti, al termine della Seconda Guerra Mondiale, per proteggere le zone occidentali della Germania dall’inflazione. La moneta rimase in circolazione fino al 1999, quando l’euro fu introdotto nella nazione.

Il marco scomparve definitivamente il 1° gennaio del 2002, quando all’ingresso delle monete e banconote in euro, non si ebbe una fase di doppia circolazione della valuta, a differenza di tutte le altre dell’Unione.

In ogni caso, a tutt’oggi è possibile cambiare le vecchie monete e banconote in marchi con gli euro, apparentemente senza un limite di tempo. Il valore numismatico del marco oscilla molto, specie quando si parla del conio in oro, in grado di raggiungere quotazioni ben più alte del loro valore in grammi.

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